La Riforma del Terzo Settore
D.Lgs 117/2017
Il Decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017 conosciuto agli esperti dell'ambiente come Codice a del Terzo Settore, completa la riforma già avviata dal 2016 con apposita legge delega (lg 106/2016 "Delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio sociale civile universale").
Con questo provvedimento si vuole dare maggior rilievo al terzo settore, tramite una progettazione attiva per una risposta più efficace e dinamica alle aspettative dei cittadini più deboli e bisognosi di sostegno. I volontari coinvolti sono oltre 5 milioni, che hanno quindi compiti e obblighi ben definiti con una gestione più efficace e trasparente. Le Istituzioni potranno avere a disposizione nuovi strumenti per dare nuova linfa al Terzo Settore e quindi ai cittadini. Nuovi strumenti per obiettivi che restano gli stessi: bene comune, migliorare la partecipazione attiva, di coesione e protezione sociale, favorire la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa. La Riforma ha radici importanti e si lega all'attuazione degli articoli 2, 3, 4, 9, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione Italiana.
La riforma vuole dare professionalità alle associazioni per farle diventare protagoniste della riforma.
Viene Istituito il Registro Unico del Terzo Settore su tutto il territorio nazionale.
Altro approfondimento presente sul decreto legislativo riguarda il cinque per mille per dare maggiore stabilità e trasparenza per l'assegnazione delle risorse.
Con questo provvedimento si vuole dare maggior rilievo al terzo settore, tramite una progettazione attiva per una risposta più efficace e dinamica alle aspettative dei cittadini più deboli e bisognosi di sostegno. I volontari coinvolti sono oltre 5 milioni, che hanno quindi compiti e obblighi ben definiti con una gestione più efficace e trasparente. Le Istituzioni potranno avere a disposizione nuovi strumenti per dare nuova linfa al Terzo Settore e quindi ai cittadini. Nuovi strumenti per obiettivi che restano gli stessi: bene comune, migliorare la partecipazione attiva, di coesione e protezione sociale, favorire la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa. La Riforma ha radici importanti e si lega all'attuazione degli articoli 2, 3, 4, 9, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione Italiana.
La riforma vuole dare professionalità alle associazioni per farle diventare protagoniste della riforma.
Viene Istituito il Registro Unico del Terzo Settore su tutto il territorio nazionale.
Altro approfondimento presente sul decreto legislativo riguarda il cinque per mille per dare maggiore stabilità e trasparenza per l'assegnazione delle risorse.